Ansia Pisa
Come si sviluppa l'ansia

Rogers (1957) descrive il caso di uno studente che deve sostenere gli esami universitari al terzo piano di un edificio.
Il ragazzo prova al livello organismico paura dell'università e degli esami perché questi possono mettere in luce un suo fondamentale senso di inadeguatezza. Il timore di essere inadeguato è in contrasto con il concetto che lo studente ha di sé e pertanto viene rappresentato nella coscienza in maniera distorta, come una paura irragionevole di salire le scale di questo e di qualunque altro edificio, fino ad arrivare ad un irragionevole timore di attraversare le piazze.
Si crea così, una discrepanza da un lato, tra il significato della situazione come è registrata a livello organismico e dall'altro come essa è rappresentata simbolicamente al livello della coscienza (in modo che non entri in conflitto con l'immagine che il soggetto ha di sé).
Per questo ragazzo ammettere di avere paura della propria inadeguatezza è in contraddizione con l'immagine di sé, mentre avere delle paure incomprensibili non è in contrasto con il concetto di sé. Quindi nell'Approccio Centrato sulla Persona lo sviluppo dell'ansia è in relazione al concetto di incongruenza e cioè come il risultato della discrepanza fra l'esperienza reale dell'organismo (cosa sento qui ed ora) e l'immagine che l'individuo ha di sé (es. di persona che non deve avere certe paure, pensieri ecc...).
Quindi, per Rogers (1957), quando il soggetto non è consapevole della sua incongruenza, diventa vulnerabile alla possibilità di sviluppare l'ansia e di disorganizzarsi. Per l'autore la vulnerabilità all'ansia è data dalla possibilità che si verifichino esperienze improvvise ed evidenti per cui l'incongruenza non può più essere negata, mentre se la persona percepisce vagamente la sua incongruenza, si instaura uno stato di tensione vero e proprio (ansia). Non è necessario che l'incongruenza venga percepita in modo preciso, basta che sia “subcepita” cioè che sia avvertita come qualcosa di minaccioso per il sé, anche se il contenuto della minaccia non è chiaro alla persona.

Quindi, l'ansia è la manifestazione dell'incongruenza. In tale ottica, l'ansia, come elemento percepito dell'incongruenza, è ciò che spinge a chiedere aiuto. Rogers (1957, Rogers, Kinget, 1965-66) definisce l'ansia come fenomenologicamente caratterizzata da uno stato di malessere o tensione di cui il soggetto non conosce la causa. Vista dall'esterno l'ansia corrisponde ad una presa di coscienza latente, da parte della persona, del conflitto che esiste tra il suo sé e la totalità della sua esperienza.

Ansia Pisa

Quando questa presa di coscienza diventa evidente, l'azione delle difese diviene sempre più difficile e pertanto l'ansia rappresenta la reazione dell'organismo alla “subcezione” di questo stato di disaccordo ed al pericolo della presa di coscienza che esigerebbe una modifica della struttura del sé (Rogers, 1957). In altre parole, il soggetto prova questo stato di disaccordo a livello della subcezione e diviene ansioso. L’intensità dell’angoscia è proporzionale alla vastità del sé colpito dalla minaccia (Rogers, Kinget, 1965-66).

Rivelandosi impotente il processo di difesa, l’esperienza viene correttamente simbolizzata e, sotto lo shock di questa presa di coscienza, si produce uno stato di disorganizzazione psichica (Rogers, Kinget, 1965-66). Appare evidente anche come l'ansia sia legata alla cognizione come possibilità di una “presa di coscienza”, tanto da configurarsi anche come una “crisi cognitiva” (Weston, 2011). In altre parole, l’ansia si configura come un segnale emotivo e cognitivo di avvertimento del fatto che all’interno della persona si sta muovendo qualcosa e preme verso la consapevolezza (Tolan, Wilkins, 2012).

Degno di nota è osservare che gli individui, spesso sperimentano l’ansia durante il processo di cambiamento in psicoterapia, quando la persona prende coscienza di alcuni elementi della sua esperienza che contrastano nettamente con il concetto di sé. L'ansia si presenta, infatti, nei momenti in cui le persone entrano in contatto e simbolizzano le emozioni negate ed i costrutti, quando cioè diventano consapevoli della minaccia al concetto del sé e temono sia di cambiare, sia di restare come sono.

Sperimentano l’incongruenza, riconoscono come ormai inadeguato il modo attraverso cui si sono rapportate a sé, agli altri ed al mondo e non hanno ancora elaborato ed integrato nel sé una nuova modalità. La persona è chiamata ad un processo di assimilazione, accomodamento ed “aggiustamento” nella struttura del sé delle nuove esperienze/informazioni (Tolan, Wilkins, 2012). Ciò che può facilitare il cliente a trovare un senso a ciò che sperimenta in modo che tale materiale possa essere integrato nella struttura del sé sono le tre condizioni (Tolan, Wilkins, 2012). Pertanto, il risultato di questo processo è il passaggio dall’incongruenza alla congruenza, ciò che Rogers indica come il cambiamento costruttivo della personalità (Rogers, 1957,Rogers, Kinget,1965-66).

Tratto dal mio articolo"L’ansia nella pratica clinica Rogersiana: il caso di Maura. Analisi del processo di cambiamento in psicoterapia" in Da Persona a Persona – Rivista di studi Rogersiani, Maggio-Giugno 2016, Alpes Italia, ISSN 2240-7626.

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